Chi sono


Insegnante,
scrittore,
amante delle storie,
cercatore di bellezza

Sono nato a Cernusco sul Naviglio (Milano) nel 1981, il 13 luglio, lo stesso giorno dell’anno in cui nacque Gaio Giulio Cesare. Amo vantarmene con i miei studenti, anche se ovviamente spero di non fare la stessa fine del celebre condottiero.

Fin da bambino le storie sono state la mia più grande passione. Me ne raccontava molte mio nonno, portandomi a spasso sul seggiolino della sua bicicletta e descrivendomi la natura come fosse un miracolo, dai fiori di papaveri nelle campagne ai germani reali lungo il naviglio della Martesana. Me ne leggeva mio padre, una ogni sera, quando andavo a letto. Ricordo ancora l’emozione di quelle parole che mi accompagnavano nel momento magico in cui si scivola nel sonno. È stato lì che ho conosciuto Pinocchio, uno dei libri che ho maggiormente amato in tutta la mia vita.

La passione per le storie mi ha accompagnato anche negli anni successivi. Quando ero in terza media mi portarono in una gita al castello dell’innominato: quella stessa sera tornai a casa e mi misi a leggere “I promessi sposi”. Li lessi avidamente, per intero, soggiogato dalla grandezza e dall’umanità dei personaggi.

Le medie furono anche il periodo dell’incontro con la poesia, grazie a un bravissimo prof di italiano, uno dei migliori che abbia mai avuto. Ero uno sciocco ragazzino superficiale, ma lui mi fece innamorare di Leopardi, leggendoci un giorno il “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”. Pur senza capirli, colsi che in quei versi c’era qualcosa di immenso, di eterno, e che erano stati scritti proprio per me.

Fu anche grazie a lui, e al sostegno di mia madre (mio padre, nonostante sia un avido lettore, voleva che facessi l’Istituto Tecnico) che scelsi il Liceo Classico. Ho studiato ai Salesiani di Milano, che mi hanno insegnato che in ogni ragazzo è presente una scintilla di bellezza, più forte di ogni limite. Grazie ai Salesiani ho capito che noi non siamo i nostri errori, ma la nostra possibilità di riscatto; che quel che conta non sono le cadute rovinose, ma la voglia di rialzarsi, di ripartire. Senza i Salesiani, probabilmente, non sarei mai diventato un insegnante.

La strada ormai era tracciata. Dopo la laurea in Lettere all’Università Cattolica di Milano, ho lavorato per un periodo come giornalista. Poi, a poco a poco, ho scoperto l’insegnamento e ho deciso di mettermi in gioco. Pensavo all’inizio che insegnare significasse trasmettere agli studenti una passione. Certamente è questo, ma è anche molto di più: insegnare per me è usare la letteratura per toccare la vita dei miei studenti, perché i classici, in fin dei conti, parlano di noi e possono sempre guidarci. Insegnare è relazione: per questo, alla fine di ogni anno, sono profondamente grato: non ho vissuto solo la mia vita, ma anche le vite di tutti quei ragazzi che hanno condiviso con me un pensiero, uno sguardo, un’emozione, un’intuizione, attraverso un tema, una chiacchierata, due parole all’intervallo.

Insegno Letteratura italiana e latina da più di due lustri e ogni anno è come se fosse il primo.

L’altra mia attività è quella di scrittore. Nel 2016 è uscito per Rizzoli il mio primo romanzo, “Fra me e te”, che ha subito iniziato a circolare nelle scuole e anche tra un pubblico adulto. “Quando mi riconoscerai”, il mio secondo romanzo, è uscito nel 2018. Il mio primo libro per un pubblico più giovane è “Il segreto della Spada Rubina” (dagli 8 anni in su), uscito con Ancora nel 2020.

Sono sposato con Cecilia e ho tre figli: Francesco, che è arrivato per primo ed è in affido, Beatrice e Pietro. Ci piace fare gite, visitare città e castelli, camminare in montagna, giocare ai giochi di società, costruire Lego e guardare serie di film (per ora le nostre preferite sono Star Wars e Harry Potter, ma certamente se ne aggiungeranno altre).

Mi sembra di essere stato fin troppo serio nel raccontarmi in questa specie di biografia. Così concludo con un paio di mie stranezze. La prima: ho il terrore delle tartarughe. Quando ero piccolo un simpatico amico me ne mise una in faccia, e questa fobia mi è rimasta. Me le sogno di notte negli incubi e mi crea panico vederle.

La seconda: quando chiudo l’automobile, torno sempre indietro per chiuderla un'altra volta. A voi non capita mai?